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di Heinz Bütler e Manfred Eicher, con Erland Josephson, Sophie Duez, e la collaborazione di Max Frisch
(Svizzera - Germania, 1992)
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"Nel cinema di Bütler non sono gli uomini, i personaggi, gli attori che si esprimono: ma l'ambiente, la natura, i muri che li contengono. È, al tempo stesso, il grande pregio, ed il limite del suo cinema. Le nuvole basse, sulla Vallemaggia, le lande basse e l'oceano dell'Islanda entrano come delle lame nel testo di Frisch, concepito durante l'alluvione del 1978. "I castagni sono ammalati di cancro": e la foto fremente di Arvanitis, il direttore della fotografia di Angelopoulos significa il paesaggio ticinese come mai era avvenuto in passato. La salamandra che compare sotto la ringhiera grondante pioggia, il limite dei pini sporcati di neve, il taglio verticale dei monti che discende direttamente all'interno della coscienza. Come in CHARTRES, le panoramiche solenne di Bütler si sposano alle musiche che le accompagnano: Bach, Hindemith o Bartok, poi Garbarek e Keith Jarrett quando compare Sophie Duez. La luce naturale accompagna costantemente Joseph Erlandson. E i rumori: quello del piatto, ripetutamente fatto cadere nel lavandino, il grido dalla finestra. Sussulti che si trasmettono dalla cascina nel verde, direttamente alla crosta magmatica islandese. Un modo ineguagliabile di stilizzare il paesaggio, di ridurlo all'essenziale metafisico. Ma anche, purtroppo, la difficoltà di entrare con la medesima introspezione all'interno degli attori: Erlandson, malgrado il testo borbottato di Frisch rimane una dolorosa ma distante comparsa. Duez giunge quando i giochi sono fatti, senza apportare niente di nuovo."
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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BÜTLER HEINZ E EICHER MANFRED 
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